Disegnare Torino

Quando c'è una giornata di sole, senza foschia, Torino è sorprendente. Camminate in queste strade squadrate, girate un angolo e in fondo compaiono le Alpi con le cime innevate, inaspettate e vicinissime. Vi girate dall'altro lato e non può non commuovervi la morbidezza delle colline, con sopra i Cappuccini e Superga. Allora veramente non vorreste più andare via.
Uno dei molti motivi per cui volevo raccontare la storia di Primo Levi è che volevo disegnare Torino. In fondo è la città dove sono nato e in parte cresciuto, e poi ci torno così spesso che è quasi una seconda casa. All'inizio pensavo anche che fosse un'ottima idea, perché non c'erano molti fumetti ambientati a Torino, poi però Paolo Bacilieri ha disegnato Torino in Sweet Salgari e mi stavo sentendo male: Paolo è troppo bravo, non si può competere. Per fortuna c'è una Torino che è quasi solo mia, che insomma solo chi ha vissuto può disegnare, perché gli altri non hanno molte ragioni di andarci. Questa è la Torino di perifieria, dei quartieri Mirafiori e Lingotto, dove appunto ho abitato per un po'.
Mentre il centro rimane più o meno sempre uguale, in questi posti ci sono stati grandi cambiamenti. A Mirafiori la fabbrica della Fiat non è più il centro del mondo, al Lingotto le Olimpiadi invernali del 2006 hanno cambiato faccia al quartiere: dove prima c'erano i mercati generali ora ci sono le palazzine del villaggio olimpico e un ponte sulla ferrovia, con sopra un enorme arco rosso (l'arco olimpico). Lo stadio Filadelfia, dove giocava il Grande Torino, era qui: per molto tempo erano rimasti pezzi di spalti e tribune e un sacco di scritte dei tifosi, ora credo non ci sia rimasto proprio più nulla. Perché qui il panorama cambia continuamente: poche settimane fa stava spuntando un altro grattacielo (destinato a qualcosa che non so). Ho provato un poco a rendere i cambiamenti della città, visto che la vicenda di Una stella tranquilla parte dal 1945.
Alcune delle foto che ho usato per disegnare le ho scattate io, passeggiando. Altre le scattarono i miei genitori alla fine degli anni '70. Molte altre ancora le ho trovate sul web, e probabilmente senza Flickr e Google images ci avrei messo decenni a fare Una stella tranquilla. Però diciamo che sapevo cosa cercare, e infatti dentro al libro ci sono tutti i miei posti preferiti: la cupola della cappella della Sindone, la Crocetta, il Museo del cinema dentro la Mole, le bancarelle dei libri usati lungo via Po, piazza Carlo Alberto (dove oggi non passano più i tram, ma a me piaceva, quindi disegnandola li ho tenuti). Però mi sono accorto che in realtà io conosco solo metà città, precisamente quella che va dalla periferia sud al centro. In molti altri posti temo di non esserci mai stato, ma c'è tempo per rimediare.