Nella clinica in cui era ricoverato mio padre c'erano altre persone più o meno nelle stesse sue condizioni. Le espressioni dei loro volti sono la cosa che più mi impressionava all'epoca, ed era naturale che fossero molto presenti nei miei disegni. C'era un problema, però. Rappresentarli in modo realistico mi metteva molto a disagio, mi sembrava di far loro un torto e per questo il volto qui sopra è "cancellato". Così, quando decisi di raccontare la storia di mio padre, quelle espressioni diventarono molto più stilizzate, come si vede nei disegni che ho proposto a Komikazen nel 2009.
Quando ho cominciato a lavorare al libro, però, c'era bisogno di "normalizzare" le cose, e trovare una via di mezzo per rappresentare queste persone com'erano veramente, conservando però un certo grado di pudore. Il risultato finale è nella tavola qui sotto.